Don Pietro Plebani

PLEBANI don PIETRO parroco di Pezzoro (Arrestato)

NATO: a Gardone VT il 4 aprile 1914 ORDINAZIONE SACERDOTALE: il 27 giugno 1937

INCARICHI: vicario parrocchiale a Bovegno dal ’37 al ’41; parroco a Pezzoro dal 1941 al ’58, a S. Giovanni di Polaveno dal 1958 al ’66; vicario parrocchiale a Borgosatollo dal 1966 al ’76, a Gardone VT dal 1976 al ’89

PRIGIONIA: durante la resistenza il paese fu un luogo ideale per l’incontro dei partigiani e lui divenne un punto di riferimento e collegamento; arrestato nel 1944 dai fascisti che lo portarono forzosamente in Castello a Brescia, poi fu tradotto nel carcere di Canton Mombello. Fu picchiato con estrema violenza, ma non fece rivelazioni sui partigiani. Liberato il 13 aprile per intervento del vescovo, nonostante l’opposizione del questore Candrilli

ATTIVITA’ RILEVANTI: conosciuto da tutti per la sua grande disponibilità ad assistere gli ammalati e gli aniziani, si distinse per la severità verso se stesso e gli altri: aveva un carattere intransigente e non veniva mai al compromesso. Il mondo con la sua evoluzione gli appariva quasi un nemico e la stessa Chiesa con le sue aperture concilari non rispondeva alla sua visione; dopo il restauro della Baslica degli Angeli accettò volentieri di tornare al suo paese natale come vicario e come custode del bel complesso denominato Convento dove venne accolto come un monaco avvolto dal silenzio.

MORTE: il 23 ottobre 1996
SEPOLTURA: a Gardone VT

 

Estratto per esteso da www.deportati.it – Censimento del clero bresciano antifascista, a cura dei ragazzi del Liceo Copernico di brescia


 

 

Entra in Seminario ancora ragazzo e viene ordinato sacerdote il 27 giugno 1937.

Svolge il suo primo incarico a Graticelle di Bovegno dal 1937 al 1941 come curato e quindi sarà parroco a Pezzoro fino al 1958 dove condurrà una vita quasi eremitica, ligio ai suoi doveri e dedito interamente all’apostolato. In paese, durante la resistenza, diventa punto di riferimento e di collegamento per i gruppi partigiani che operano in zona. Viene arrestato, condotto nel Castello di Brescia dove è picchiato con selvaggia violenza. E’ quindi nominato parroco a S. Giovanni di Polaveno dove evidenzierà ulteriormente il suo carattere di uomo di Dio, del tutto indifferente alle appariscenti esteriorità.

E’ quindi la volta di Borgosatollo (1966-1976) dove, sollevato dalle responsabilità dell’incarico parrocchiale potrà dedicarsi interamente alla pastorale degli ammalati e degli anziani. La restaurata Basilica di S. Maria degli Angeli lo accoglierà nel 1976 a Gardone dove per vent’anni continuerà a svolgere il suo silenzioso ministero.

Con la sua semplicità e la sua discrezione entrerà nelle case di tutti, da tutti amato e stimato. Vive in grande umiltà, in povertà, in silenzio, come da monaco nel suo convento dove incontra la gente che con lui si confida alla luce di una chiarezza di valori senza equivoci. Uomo “antico” come i valori ai quali si  ispira, scontroso e polemico, ma di grande carità nelle azioni è da tutti ricordato per la ricchezza della sua interiorità.

Dopo vent’anni di ministero gardonese il 23 ottobre 1996 parte per il suo viaggio al padre. Nella chiesa del Convento, davanti alla sua salma, il pellegrinaggio è ininterrotto a testimonianza della gratitudine della sua terra e della sua gente.

Tratto per esteso dal Dizionario Biografico Gardonese