Don Francesco Salvi

Don Francesco Salvi l’ Arciprete per Eccellenza

La nostra comunità di Pezzaze in oltre 700 anni di storia cristiana annovera un gran numero di Sacerdoti che vi han prestato servizio a cura delle anime. Di alcuni le cronache parrocchiali conservano dei ritratti nitidi e ben distinti, segno della profonda stima ed attaccamento della comunità alla loro persona ed al loro operato.

Fra questi sicuramente svettano tre sacerdoti succedutisi cronologicamente: Don Bartolomeo Facchini, Don Francesco Salvi e Don Giovan Battista Richetti che nel corso del loro parrocchiato hanno fatto tanto per la comunità pezzazese edificando tutte le chiese che ancora oggi fungono da guida e punto di riferimento per la nostra vita religiosa oltre ad essere state valenti guide spirituali.

Nei sopracitati sacerdoti spicca nei secoli la figura di Don Francesco Salvi, primo Arciprete e vicario della Vicaria Foranea di Pezzaze e costruttore dell’ imponente chiesa Parrocchiale.

Don Salvi è nato a Monticelli Brusati il 13 novembre del 1713 e possiam credere che la madre l’ abbia offerto subito all’ Altissimo perchè ne facesse, se a Lui piaceva, un Sacerdote. Venne infatti affidato giovanissimo allo zio materno Don Bartolomeo Facchini, parroco di pezzaze e lì nato; il quale, con la grazia divina preparò in Francesco il più valido Cooperatore per la sua vecchiaia, e dopo la morte, un valido successore nel Parrocchiato quando le circostanze lo richiedevano. Appena trentunenne il Rev Salvi  per l’ infermità dello zio veniva creato Vicario Parrocchiale, e il 4 dicembre 1748 in seguito alla morte di don Bartolomeo entrava in possesso della parrocchia.
Nel 1787 ebbe il titolo di Arciprete e Vicario Foraneo. Fino a quegli anni la Parrocchia di Pezzaze, pur essendo curatura era soggetta sotto diversi aspetti alla pieve di Bovegno ove i parroci dovevano recarsi il Sabato Santo per  la funzione del Battistero e ricevere dall’ arciprete di Bovegno gli Oli Santi e acqua Crismale. Nel 1745, sotto il suo impulso di giovane curato risollevò il desiderio di edificare una nuova Parrocchiale riprendendo il progetto e portandolo a compimento. La vita dell’ Arciprete Salvi, si legge nelle cronache del tempo, si svolse in mezzo a solenni e straordinari avvenimenti provocati sal suo zelo e dalla corrispondente pietà del popolo, che dimostrò un’ attività ed una generosità che hanno del prodigioso. Nel 1748 veniva benedetta e posata la prima pietra della nuova parrocchiale che veniva ultimata nel 1766 e consacrata dal Vescovo di Brescia  l’ 11 giugno 1780.

Nella vita dell’ arciprete Salvi, fra le grandi compiacenze non mancarono le contaddizioni e le amarezze. Ricordate negli Annali della Comunità di Pezzaze, fino ad un sequestro dei frutti del suo Beneficio provocato nel 1755 da un ordine del Capitano di Brescia per motivi che non conosciamo. il Rev. Salvi non era un uomo facile ad arrendersi ed a subire le imposizioni altrui; superò e vinse ogni difficoltà con tatto, con fortezza, ed ebbe la grande soddisfazione di vedere realizzato il suo sogno di dare a Pezzaze una nuova e bella chiesa, dalle linee nobili ed armoniose, che domina dall’ alto del poggio tutt l’ operosa vallata come una signora dello spirito, che inspira all’ anima di un popolo rude ma generoso, alti sentimenti di fede e bontà.

Dopo più di cinquant’ anni di così fecondo e fervido ministero pastorale il Salvi chiuse la sua vita il 22 novembre 1801 ad 88 anni e 9 giorni, e fu sepolto nella sua Chiesa dinnanzi all’ altare della Santa Croce, oggi Sacro Cuore, ove è ricordato da una laconicissima ed epigrafe scomparsa sotto la pavimentazione nel 1944

PI

ARJ – SALVI – OSSA

ORATE PRO EO

22  N. 1801

“Primi Archipresbiteri Salvi Ossa: orate pro eo”; l’ epitaffio non poteva essere più semplice e laconico, ma l’ elogio più grande del defunto venerando arciprete, che per primo ebbe il titolo di Vicario Foraneo ed Arciprete era la sua chiesa, monumento perenne del suo zelo, della sua instancabile ed inflessibile attività pastorale, della sua larga generosità poichè morì povero avendo tutto erogato nel decoro del tempio di Dio e delle sacre funzioni.

Il suo ritratto si trova nella sacrestia a ricordo perenne, e lo rappresenta inginocchiato in atto di preghiera; non è un vero ritratto fatto su posa, ma un modesto acquarello dipinto da mano rude e poco avezza al disegno ex-voto posto da qualche pio parrocchiano che gli portava venerazione.

Nel Registro dei Morti si legge di lui questo elogio:

24 novembre 1801. Il Rev.mo Sig.Don Francesco arciprete Vicario For. Salvi, natìo di Monticello de’ Brusati, Paroco nostro di sempre gioiosa memoria, dopo aver fatto nascere nei primi momenti di sua vicaria regenza questo novo Parochial Tempio e condotto colla sua infaticabile assistenza all’ intiera odierna perfezione, alli anni 88, giorni 9 di sua età, secondo l’ evangeliche leggi e raramente condotta compito l’ anno 50° xi sua Pastoral edificante reggenza, è passato colla più placida indifferenza da questa misera terra a quell’ eterna corona che le sue virtù poteano aspettarsi da Cristo giusto giudice, alle 5 della sera, il giorno 22 dello stante, universalmente compianto da questo suo caro gregge corporalmente da lui abbandonato ma che ne spera una perfezionata assistenza dal di lui spirito, il quale non fruttò mai se non per il suo bene, e fu sepolto in chiesa davanti all’ altare della SS.ma Croce.

Dell’ Arciprete Salvi si conserva ancora negli archivi parrocchiali la cronaca e l’ epitaffio funebre della morte del suo predecessore e zio Don Bartolomeo Facchini di Pezzaze.

L’ amministrazione comunale ha recentemente intitolato a lui la strada che sale alla parrocchia e porta al cimitero.