Pezzaze

Devozione a Pezzaze

Pezzaze storicamente è ” Terra di preti”. A testimonianza della profonda fede e devozione, oltre ai numerosi sacerdoti e missionari nativi del paese vi sono le numerose chiese sussidiarie nelle frazioni, edificate dai nostri avi come simbolo di devozione, ricordo e protezione del paese e delle sue anime.

Sacerdoti di Pezzaze 1944
Sacerdoti di Pezzaze 1944

 

La parrocchiale è dedicata a Sant’ Apollonio, primo patrono di Brescia, ebbe grandissimo culto in epoca medievale. Non si conosce quasi nulla riguardo la sua vita, secondo la leggenda, Apollonio, vescovo di Brescia, riuscì a convertire e battezzare i Santi Faustino e Giovita ed in seguito consacrandoli rispettivamente diacono e presbitero. Il suo corpo traslato dal vescovo Landolfo nel 1025 nella Basilica di San Pietro de Dom (antica cattedrale paleocristiana sulle cui rovine sorge ora il Duomo Nuovo di Brescia),e deposto nell’ Arca di Sant’ Apollonio, è ora collocato nel Duomo Nuovo di Brescia.
Nella pala dell’ Altare maggiore è raffigurato Sant’ Apollonio che benedice i Santi Faustino e Giovita.

La chiesa di Mondaro, di costruzione tardo seicentesca è dedicata a San Giovanni Battista, asceta venerato da tutte le Chiese Cristiane è una delle figure più importanti dei Vangeli, la sua vita di predicazione è costantemente intrecciata a quella di Gesù Cristo.
Il suo culto si diffuse ben presto in tutte le comunità cristiane, invocato come patrono per i sarti, i prigionieri ed i condannati a morte veniva particolarmente venerato anche contro le calamità naturali quali terremoti, temporali ecc..

La chiesetta di Pezzazole, edificata nel 1792 è dedicata a San Giuseppe e Santa Lucia. Padre putativo di Gesù e sposo della Vergine Maria, San Giuseppe veniva venerato già nel IV secolo, simbolo di umiltà e dedizione viene ricordato il 19 marzo ed il 20 luglio. Altro patrono della frazione dimentico al popolo è Santa Lucia. Martire della Chiesa è considerata patrona della vista e di tutti coloro che soffrono. Ricordata il 13 dicembre; prima dell’ avvento del calendario gregoriano  la festa ricadeva il giorno del solistizio d’ inverno (da qui il detto “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia”) simboleggia la luce, sia quella del giorno che quella della vista.

Ad Avano troviamo l’ antica chiesetta risalente al 1750 e dedicata a San Gaetano da Thiene. Cofondatore dell’ ordine dei chierici regolari Teatini a cui appartiene Sant’ Andrea d’ Avellino, il cui culto è storicamente documentato a Pezzaze ed in tutta la Valle Trompia, è il Santo della Provvidenza. Ricordato il 7 agosto, nel centenario della santificazione Papa Pio XII sintetizzò la sua spiritualità definendolo «…acceso apostolo del divino Amore e campione insigne dell’umana carità» Sebbene il suo culto possa risultare insolito per le nostre zone la Divina Provvidenza indica la sovranità e l’ insieme delle azioni di Dio nei confronti degli uomini. Si intuisce il desiderio d’ invocare l’ Altissimo per richiederne protezione ed intercessione per se e per la comunità.

Non si può tralasciare il ricordo di San Rocco. Titolare dell’ omonimo altare in Parrocchia, della cappella presso la Casa di Riposo Bregoli e dell’ antico oratorio di San Rocco, attuale casa canonica ed oratorio. San Rocco, pellegrino e taumaturgo francese è  il santo più invocato, dal Medioevo in poi, come protettore dal terribile flagello della peste, e la sua popolarità è tuttora ampiamente diffusa. Il suo patronato si è progressivamente esteso al mondo contadino, agli animali, alle grandi catastrofi come i terremoti, alle epidemie e malattie gravissime; in senso più moderno, è un grande esempio di solidarietà umana e di carità cristiana, nel segno del volontariato. Con il passare dei secoli è divenuto il santo più conosciuto nel continente europeo e oltreoceano, ma è rimasto anche uno dei più misteriosi.

Oltre alle chiese sussidiarie a Pezzaze vi sono altri luoghi di culto dimenticati ai più.

Ricordiamo l’ oratorio a Gesù Crocifisso. Voluto allo zelo del parroco don Richetti Giabattista, posto nel cimitero parrocchiale ed ingrandito nel 1939, ospita oltre ad un bell’ altare di marmo le spoglie mortali dei sacerdoti della parrocchia che, dopo l’ Editto Napoleonico non poterono più trovar sepoltura all’ interno della parrocchiale. Sulla pietra tombale è scritto semplicemente “Sepulcrum ecclesieasticorum”.

Infine ricordiamo l’ altare della Madonna delle Vittorie,  in località “Prati Nuovi” al Monte. Applauso dagli abitandi della zona più montana che accolsero con gioia la decisione di poter avere una cappella a loro vicina. Nella metà del 1800 venne edificata la piccola chiesa dedicata alla Vergine, tutt’ ora di proprietà privata.

 

Un breve accenno storico al già citato Oratorio di San Rocco, oggi casa canonica.
Eretto dal Comune sulla fine del XV secolo e nei primi anni del seguente secolo XVI in onore del Santo Pellegrino francese invocato come protettore contro la peste, in una delle frequenti epidemie che colpirono e desolarono le nostre contrade in quei terribili anni di sventure che passarono dalla discesa dei francesi di Carlo VIII (1492) all’ invasione dei lanzichenecchi del duca di Borbone (1527). Il comune, oltre ad aver edificato il tempio votivo provvedeva anche alla sua ufficiatura assumento e pagando il cappellano che vi doveva celebrare la messa ogni giorno, come si legge in una nota manoscritta del 1532 che afferma come Fra Giovanni Stoppani si fosse accordato col Comune per l’ officiatura presso la vicina cappella di San Rocco. Dell’ antico Oratorio, adattato in casa canonica nel 1765 resta ben poco se non il campanile e vicino ad esso l’ abside. L’ edificio è recentemente stato restaurato su volere dell’ arciprete don Giancarlo Pasotti recuperando parte degli antichi affreschi tutt’ ora visibili a tutti coloro che si recano all’ oratorio, ponendo rimedio con grande fatica, al precario stato di abbandono dell’ edificio che già nelle cronache del 1800 appare vetusto e fatiscente.